Come ogni anno, il 21/3 si celebra la giornata mondiale della persona con sindrome di Down.
Questa volta, purtroppo, in modo diverso: non nelle piazze e nelle strade, tra banchetti, gadget e volantini, scambiandoci abbracci e strette di mano con amici e sostenitori, bensì nell’isolamento delle nostre case, nel silenzio di un sabato irreale trascorso in paesi e città deserte.
Avremo tempo per ripensare a quanto sta succedendo e riflettere sulle tante questioni che la pandemia ha prepotentemente posto alla nostra attenzione: la tutela della salute di tutti i cittadini e in particolar modo di quelli più fragili, sarà senz’altro uno dei temi che non dimenticheremo. Così come il «Dopo di noi», che in questo periodo emerge con maggiore forza e urgenza: il tempo è una risorsa preziosa e, se mai fosse necessario, circostanze come questa ce lo ricordano.
Il futuro delle persone di cui ci prendiamo cura non è scritto: se vogliamo, tutti insieme, abbiamo ancora modo di costruirlo intorno ai loro bisogni.